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... ciao bà ...

martedì 31 marzo 2009

Giorgio Persico
“Guida alla flora del Mincio e …..” al suo giardino incantato

In premessa, Alessandro Benatti, Presidente Parco del Mincio, definisce la pubblicazione di Giorgio Persico un manuale che contiene un patrimonio straordinario di studio sulle formazioni vegetali del territorio attraversato dal Mincio. Lo scrittore Persico afferma che gli aspetti naturali del Mincio sono quanto mai vari; talvolta quasi inesistenti o del tutto cancellati; talaltra con caratteristiche vegetazionali e floristiche di grande bellezza, spesso di enorme interesse scientifico… e io aggiungerei umano, quasi caratterizzanti dell’ambiente e forse del carattere stesso della persona.

Non c’è dubbio che il Mincio caratterizza il territorio, ma il dubbio svanisce quando si va a considerare le aspettative dell’uomo, gli utilizzi delle risorse e dei prodotti ambientali e la ricerca di continue realizzazioni che conferiscono ricchezza e lavoro alla gente del luogo. Si potrebbe affermare che la natura caratterizza la popolazione e la rende creativa.

La festa dell’acqua rimane un sorta di giorno del ringraziamento per quanto da essa ha origine, ma anche per quanto, grazie ad essa, vive e si produce. Come non pensare ad un risveglio del patrimonio dell’anima, umano e culturale, così come quando uno scrittore, un poeta, un pittore, un musicista riesce ad esprimere tutta la sua interiorità artistica per il piacere di esternare moti interiori in grado di abbellire l’esistenza e di disegnare un percorso adeguato lungo il quale poter vivere la propria esistenza e darle un senso.

Questa terra possiede il dono della resurrezione, superando il concetto della morte, nel senso che il bosco steppico, la landa, il freddo, la nebbia altro non sono che dei momenti di gestazione del bello incipiente che ritorna, e ritorna puntualmente come in una favola che si ripete, incontaminata dai buchi d’ozono, dal timore della sparizione delle stagioni, dall’inquinamento. Una continua rigenerazione di un ambiente lavato continuamente dalle acque, dai fiumi e reso attraente dalla bellezza della variegata vegetazione che si sprigiona dalla natura come giochi surreali, artistici, certamente belli da vedere al punto da adornare i giardini delle case e quindi la stessa nostra vita; case anche esse poste lungo i fiumi, circondate dalle acque che con l’aria e il freddo delle Prealpi continuano la storia di vita eterna, sempre nuova, sempre da scoprire, sempre da ammirare, dominata dalla posizione geografica, caratterizzata dallo spirare libero dei venti.

In questo ambiente sembra che tutto funzioni alla perfezione: acqua, aria, terra, uomo!

Sembrano più belli che altrove gli alberi della bassa padana, rigogliosi fino a rappresentare il modello di vita attraverso il loro profondo radicamento nel terreno: i robusti tronchi resistenti alle intemperie e la vegetazione in continua copiosa produzione di frutti, sempre adornati da diademi floreali (ciclamino, orchidea, giglio, primule, ninfee) e specchi di acqua che, con l’aria, concorrono ad attestare una natura unica, quasi irripetibile, tipica appunto della pianura padana che la caratterizza.

In questo senso, conoscere l’ambiente diventa una espressione dell’arte e la conoscenza del messaggio artistico potrebbe essere considerata una branca della filosofia naturale. Non bisogna modificare a proprio piacimento l’opera di Dio e degli uomini, ma lasciarsi guidare per scoprirne il “nirvana” e per considerare ulteriormente la necessità di conservare e di riconoscere chi e che cosa ci permette di vivere l’esistenza nella soavità. Ciò che si evidenzia subito è questa caratteristica affettiva del luogo, Bisogna recuperare il valore psicologico per sentirci parte unita.
La vita di questo ambiente è nell’attesa e quindi nella gioia della ammirazione e del godimento, così come la penna, guidata da un amore profondo per la natura, di Giorgio Persico riesce a trasformare in attesa, in richiamo, in forte spinta di ammirazione e di orgoglio per una appartenenza che è un tutt’uno con l’ambiente e dove l’uomo stesso rappresenta l’albero più maestoso e le virtù la bellezza delle creazioni floristiche.

Se si è capaci di conoscere e comprendere le origini della nostra vita, ma anche il luogo in cui si è nato, si è anche in grado di conoscere i cambiamenti, le innovazioni, le tradizioni e lo sviluppo dell’ambiente che si sono succeduti fin dai tempi passati per continuare a costruire la contemporaneità in una sorta di resurrezione continua!
Angelo Scialpi
Teatro SOMS di Castellucchio – 26.03.2009